14 Febbraio, 2018


L’approfondimento dell’ultima puntata di Pensatech ci pone una riflessione sull’uso degli schermi touch per leggere.  “E’ una lettura diversa rispetto a quella immersiva della carta” spiega Roberta Franceschetti di Mamamò. “Una lettura più distratta, che screma velocemente i contenuti”. Anche i ragazzi, quelli che leggono, preferiscono la carta come esperienza profonda.
Allo stesso tempo però ci sono altri tipi di lettura, anche in ambito didattico, che possono trarre beneficio all’interazione, possibile con il digitale. “Un’opera in digitale è un’opera complessa, anche molto costosa” chiarisce Franceschetti, che sul proprio portale ha dato spazio a molte recensioni di libri interattivi per ragazzi: “C’è una colonna sonora, lo speakeraggio, l’innovazione”. Un esempio? Franceschetti cita “Se mi ami non morire” una app che parla della rotta dei migranti siriani verso l’Europa come se fosse uno scambio in chat.

Nella stessa puntata Dianora Bardi, ideatrice della Scuola scomposta, parla dell’uso che fa lei, come insegnate, dei dispositivi digitali. E’ stata la prima a portare i tablet in classe nel 2010 e chiarisce: “E’ apparso subito evidente che non era più possibile fare la lezione in modo tradizionale. Però c’era la distrazione. Dovevano lavorare in modo diverso, per gruppi, confrontandosi, comparando diverse fonti”. “Il digitale non sostituisce il tradizionale” sottolinea la docemte, “lo integra”.

Ascolta la puntata sul sito di Radio Città del Capo



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